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Etro, la famiglia pronta a uscire
Anche LCatterton, oggi socio di maggioranza, ridurrebbe la propria partecipazione. Non comment della famiglia
La famiglia Etro sarebbe pronta a uscire completamente dalla società che porta il suo nome. Fonti accreditate dicono che trattative sono in corso e sono avanzate. Ma a comprare il 38% posseduto dagli Etro non sarebbe il fondo LCatterton che è azionista di maggioranza (62%) della maison.
Lo scenario che viene descritto da fonti a conoscenza della materia dice, infatti, che nell’ambito di questa operazione anche LCatterton ridurrebbe la propria quota, passando in minoranza. Dall’altra parte del tavolo c’è un terzo soggetto, ed è italiano.
Non entriamo volutamente più nel dettaglio perchè la questione non è ancora chiusa e ci sono variabili che possono influenzarne (positivamente o negativamente) l’andamento, in particolare il prezzo chiesto da LCatterton.
Interpellata da ThePlatform, la famiglia ha risposto con un “non comment”.
Un punto di svolta
Comunque vada, Etro si trova a una svolta.
Quando Gimmo Etro, il fondatore, nel 2021 e a più di 80 anni di età, si decise a cedere la maggioranza della maison a LCatterton aveva un obiettivo: far andare avanti la Etro, farla crescere. Per questo aveva scelto, tra i tanti, un partner come il fondo partecipato da Lvmh, che è presente in numerose aziende nel mondo del lusso e in particolare in Italia.
Ma il rapporto tra la famiglia Etro e LCatterton non ha funzionato; sul mercato si dice che sia stato anche a causa del management scelto dal fondo e con il quale la famiglia fondatrice non ha mai trovato una sintonia. Va detto che del gruppo di dirigenti presenti al momento dell’ingresso di LCatterton è rimasta una sola persona e che sono già usciti manager della prima linea entrati con il ceo voluto da LCatterton, Fabrizio Cardinali. Segno che l’azienda non va come dovrebbe.
Il segnale dell’aumento di capitale
Lo scorso autunno avevamo dato in anteprima la notizia di un aumento di capitale da 15 milioni di euro che gli Etro non avevano sottoscritto, diluendo così – seppur di poco – la propria partecipazione: dal 40% erano scesi al 38%. Nulla di eclatante sotto il profilo delle quote, ma il segnale che la misura era colpa. In questi mesi le cose non sono migliorate, tanto da arrivare alla decisione di fare un passo indietro definitivo. In favore, è la speranza, di un socio italiano che conosce bene il mercato. Successivamente, e rispondendo ad altre testate, la Etro aveva sostenuto che l’aumento di capitale facesse parte del piano di rilancio.
Le prossime settimane diranno se si riuscirà a trovare la quadra. La cosa certa è che la famiglia in cuor suo ha accettato l’idea la Etro sia completamente separata da chi l’ha creata.
(nella foto, Gimmo Etro)