diretto da Maria Silvia Sacchi

L’influencer? Non c’è
(ma ha milioni di follower)

Lil Miquela, Shudu, Noonoouri sono solo alcuni dei più importanti influencer digitali. Ci sono quelli con sembianze umane, quelli che sembrano cartoon e… Il fenomeno e la tendenza

L’influencer? Non c’è <br>(ma ha milioni di follower)

Lil Miquela ha 19 anni, è di origini ispanico-brasiliane ma vive a Los Angeles e viaggia molto per coltivare i propri numerosi interessi. E’ infatti una cantante con all’attivo diverse hit di successo su Spotify ed è al tempo stesso un’attivista sociale che interviene a favore dell’ambiente, dei diritti LGBT+ e contro le discriminazioni razziali. Lil Miquela è anche una navigata fashion influencer che ha già collaborato con marchi come Dior, Calvin Klein e Nike. Proprio nei giorni scorsi ha incontrato Bella Poarch a Miami come testimonial di #Hugo.

Lil Miquela (@lilmiquela) ha 3,5 milioni di follower su Tik Tok e 2,7 milioni su Instagram. 
Non ha migliaia di fan che la aspettano davanti a casa perché non è una persona reale ma una Virtual Influencer, cioè un avatar, un personaggio digitale realizzato con l’uso di computer grafica e realtà virtuale.
Non è sola ma ha numerosi “colleghi” che come lei popolano i social media. 

Le categorie


Addirittura è possibile classificare questi personaggi digitali in 3 categorie principali in base alle loro sembianze:

• Ci sono gli avatar Iper-realistici e Human-like come Lil Miquela e Shudu (@shudu.gram, 241k follower su Instagram) – la prima digital supermodel che è già stata ospitata dalle pagine di Vogue e Cosmopolitan e vanta partnership con brand come Balmain. Rientra in questa categoria anche Imma (@imma.gram 397k follower su Instagram), Virtual influencer di Tokyo, riconoscibile dall’iconica acconciatura a caschetto rosa e nota già dal 2019 quando in una campagna Calvin Klein baciava la modella Bella Hadid. 

• Esiste una categoria di avatar Cartoon-like come Noonoouri (@noonoouri 417k follower su Instagram) riconoscibile per i lineamenti manga, i capelli blu e gli occhi molto grandi che vanta già collaborazioni con fashion brand come Jil Sander, Marc Jacobs, Furla e Moschino. 

• Ci sono infine un ampio numero di personaggi Animal-like o object like come Nobody Sausage(@nobodysausage 7,5 milioni di follower su Instagram) Virtual Influencer con le sembianze di una salsiccia,utilizzato Hugo Boss nel 2022 insieme a Imma proprio per posizionare il marchio Boss su un target più giovane. 

Il mercato

Questo dei Virtual influencer è appunto un mercato in forte crescita che si prevede raggiunga, nel 2030, un valore totale di 530 miliardi di dollari.

Il seguito di pubblico continua infatti a crescere, con un gradimento maggiore da parte dei più giovani, tanto che in una recente Survey effettuata negli Stati Uniti, il 75% degli intervistati di età 18-24 e il 67% di quelli nella fascia 25-44 ha dichiarato di seguire già almeno un Virtual Influencerattraverso le principali piattaforme di social media, come Instagram, TikTok e YouTube.

I vantaggi

Da un punto di vista business c’è una serie di vantaggi concreti che portano molti brand a valutare l’utilizzo diVirtual Influencer:

• Disponibilità: i Virtual Influencer non dormono mai, possono comunicare 24 ore al giorno e spostarsi in diverse location in tempi brevissimi grazie al supporto di grafica computerizzata (CG), intelligenza artificiale (AI), Realtà aumentata (AR) e realtà virtuale (VR). 

• Affidabilità: i personaggi virtuali non sono soggetti a malattie, sbalzi di umore o livelli altalenanti di popolarità dovuti all’effetto di azioni, dichiarazioni e comportamenti.

E i punti interrogativi

Al tempo stesso ci sono 2 principali punti d’attenzione nell’uso di Virtual influencer: 

• Costi: La progettazione, produzione e manutenzione di questi sofisticati avatar richiedono investimenti ingenti che possono rappresentare una barriera all’ingresso per i brand più piccoli che vogliano avere un proprio Influencer virtuale. 

• Credibilità: esiste il rischio è che questi personaggi virtuali risultino meno empatici e meno credibili quando promuovono standard di bellezza irreali o stimolano l’acquisto di prodotti che non possono aver utilizzato davvero. 

Il fermento relativo a questo mercato dei personaggi virtuali e porta a interrogarsi sugli sviluppi futuri che potrà avere.
Da sicuro c’è una tendenza da parte delle aziende adinvestire maggiormente nel mondo degli influencer, siano essi reali o digitali. In particolare c’è negli ultimi anni molta attenzione nel cercare nuovi micro e nano influencer “reali” in grado di raggiungere specifici e mirati target di audience. 
Al tempo stesso cresce l’esigenza per i brand più noti di avere un testimonial dedicato che incarni in modo univoco la propria personalità. 
Anche gli influencer reali sono, in fondo dei veri e propri “brand” con un valore da tutelare e proteggere. Per questo non una delle ipotesi di cui si parla è che persino i più popolari influencer “reali” potranno, a tendere, scegliere di avere un proprio “gemello virtuale” che comunichi al posto loro o insieme a loro.

Sabrina Lucini è una manager con solida esperienza marketing e digital presso grandi brand.
Curiosa di nuove tendenze e tutto ciò che è innovazione. Appassionata di mondi virtuali e nuove tecnologie a cui guarda sia con l’occhio del consumatore che con quello business

(vedere anche ”L’influencer marketing nel mirino dell’UE. Qual è la situazione in Italia?”)

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